Episode 0 part1 capitolo 1

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tommoilsommo
view post Posted on 30/1/2011, 20:53




Ecco il primo capitolo della prima parte di Episode 0, il romanzo che narra eventi precedenti a Final fantasy 13. L'ho tradotto io dalla versione inglese e se siete interessati anche al resto ditemelo che continuo l'impresa ;)

Episode 0
Parte 1: Lo scontro (capitolo 1)

Sapeva di essere circondata, ma non provava né nervosismo né panico. Pensò solo a come avrebbe recuperato il tempo sprecato per cercarli: “Proprio come ci avevano detto”, mormorò Lightning preparando la sua spada. C’erano molti Sahagin, un mostro che sembra un pesce con le braccia e le gambe da anfibio che vive in riva al mare. Questo genere di mostri acquatici compaiono abbastanza spesso nella periferia della città marittima di Bodhum. Non solo gli uomini amano vivere qui, perché la sua temperatura mite, l’acqua e la sua atmosfera da posto di mare, sembra piacere molto anche ai mostri.
Riuscì ad individuare quattro dei corpi grigio-rossastri. Ne sentiva due dietro di lei. Uno di essi cominciò ad avvicinarsi barcollando. Si stava preparando per attaccare. Lightning eseguì con la spada un taglio verso destra. Resistenza. Poi un taglio a sinistra. La sua spada scintillò, mostrando il suo nome inciso su di essa, attraverso gli organi vitali dei Sahagin. Fuori due. Sentì qualcosa saltare alle spalle. A quella velocità non ci dovrebbero essere stati problemi. Tirò un piccolo sospiro. Si voltò e tagliò il mostro a metà, ne rimaneva solo uno a sinistra dietro di lei…fu allora. Lei indietreggiò. Sentì uno sparo e il petto del Sahagin si aprì. Ora un mostro in più giaceva a terra immerso nei suoi fluidi corporei verdi.
“Ti aiutiamo noi!”
Sentì la voce di donna insieme al rombo di una motocicletta aerea.
“Voi non siete d’aiuto, siete solo d’impiccio” pensò irritata, abbassando la sua arma. L’attenzione dei Sahagin ora si era distolta da Lightning.
Lei non ebbe bisogno di guardare in alto per capire che il proprietario di quella voce era una donna di classe inferiore. Dal rumore della moto si capiva che era sicuramente modificata. Non era uno di quei modelli sicuri pensati per il mercato regolare, né, tantomeno, uno di quei modelli militari, progettati per essere silenziosi. Aveva un suono diverso.
La donna alla guida non poteva essere né un cittadino né un soldato. Difatti non era la donna che con una mano teneva la pistola e con l’altra guidava ma un uomo dai capelli blu. Era molto giovane, aveva decorazioni di piume e gioielli da tutte le parti e anche da lontano si poteva capire che era un tipo molto appariscente. Dietro di lui c'era una donna dai capelli neri con un fucile enorme pronto a sparare. La moto scese rapidamente, la donna si alzò è sparò. I due Sahagin rimasti scapparono uno dietro l’altro, ancora vivi. La donna non aveva una cattiva mira ma aveva già sprecato metà delle sue munizioni. La moto aerea scese lentamente vicino a Lightning e si fermò. Era guidata da qualcuno che sapeva il fatto suo.
“Ehi soldato, eri in trappola, non è vero?”
La donna dai capelli neri mise a posto la sua pistola e sorrise. La scollatura della sua camicia era bassa e aperta. Lightning intravide un tatuaggio a forma di farfalla sulla parte superiore della sua scapola. Se dell’uomo dai capelli blu si poteva dire che aveva molte decorazioni, di questa donna si poteva dire che aveva molta pelle scoperta. Nessuno dei due, quindi, indossava abiti adatti a persone che maneggiano una pistola. Tutte quelle decorazioni pendenti sarebbero state solo d’impiccio durante una sparatoria e una pistola grande come quella si sarebbe scaldata facilmente. Inoltre, con tutta quella pelle in vista, la ragazza non sarebbe stata protetta dalle ustioni. “Dilettanti”, pensò Lightning e poi chiese:
"Chi siete?"
"Siamo del Nora!"
Anche se lo scopo di Lightning era quello di sembrare fredda e dura, l’altra donna sembrava non esserne resa conto. I suoi occhi color ambra roteavano come se fosse divertita.
"Se sei un soldato di Bodham, dovresti aver sentito parlare di noi almeno un po’, giusto?”
In fondo, Lightning era curiosa di sapere come la donna potesse essere così sicura di sé, ma non aveva il tempo di chiederglielo.
"Mi dispiace, mai."
Disse con voce fredda e si voltò sui suoi talloni. Riusciva ancora a sentire le loro voci alle spalle
“Ma…”
“Che strano, avrei giurato che fossimo più famosi di così”.
Camminava sempre più veloce così da non poter più udire le loro voci. Quanto erano fastidiosi. Avevano interferito con la sua missione e pensavano veramente di essere stati d’aiuto.
Odiava il loro orgoglio, così gli aveva mentito, odiando ora anche se stessa per averlo fatto.
Sì, aveva mentito. Mentito sul fatto che non aveva mai sentito parlare del Nora. Lei sapeva di loro.
Aveva sentito parlare di un gruppo con un piccolo negozio sulla spiaggia come quartier generale.
Il negozio era in realtà un caffè, pensato per i turisti, ma in gran parte utilizzato da clienti locali, anche se non è il genere di posto popolare tra le ragazze delle scuole superiori.
"Siamo proprio dei gatti randagi, ed è da lì che abbiamo ottenuto il nostro nome” (Infatti “nora”, in giapponese, significa randagio).
Era ancora più fastidioso ricordarlo ora. Lightning tirò fuori il suo telefono.
“Non pensare a cose inutili” si disse “Chiama il sergente maggiore e informarlo che lavoro è finito, questa è la cosa più importante da fare in questo momento”.
C'erano già molti soldati nel punto di ritrovo. I Sahagin non erano lontani dal luogo dove erano stati segnalati. Quando si è contro mostri che si muovono velocemente, non è poi così facile. I mostri odiano gli umani e non potresti mai vederli nei quartieri commerciali o residenziali, ma la periferia è un’altra storia! Per le persone che vivono nei quartieri tranquilli, costruiti fuori dalla città, i mostri , infatti, sono un problema enorme. Anche se un dilettante sarebbe stato in grado di occuparsi di un mostro piccolo, di solito questi si muovono in grandi gruppi. Gli unici che vivono da soli sono i più grandi e più forti... in altre parole, quelli che, se li vedi, devi contattare immediatamente l’esercito.
Quello era il lavoro affidato solitamente al Reggimento di Sicurezza, l'unità di Lightning.
Altri soldati le si avvicinarono, congratulandosi per l’ottimo lavoro svolto. Lightning andò a cercare il suo ufficiale superiore. No, in realtà non aveva bisogno di cercarlo. La voce del Sergente Maggiore Amoda si poteva sentire ovunque e lei andò semplicemente in direzione della sua risata.
Lightning aggrottò le sopracciglia. Amoda stava parlando con un gruppo che non aveva mai visto prima e accanto a loro c’era una motocicletta aerea modificata che assomigliava molto a quella guidata dal ragazzo con i capelli blu. Chi era quell'uomo che stava parlando con il sergente maggiore con tono amichevole? Sembrava sicuro ma anche soffocante. Non poteva dire se fosse il suo abbigliamento o il suo modo di muoversi, ma Lightning intuì con una semplice occhiata che quello aveva l'aria di essere un capo. I loro occhi si incontrarono. Lightning lo fissò. Ammise che fu maleducato da parte sua, ma secondo lei l’uomo aveva un volto sospetto. Capendo che qualcosa stava accadendo, il sergente maggiore Amoda guardò dietro di sé.
"Ehi, Comandante, bentornata".
“Eccoci di nuovo” pensò Lightning alzando le spalle “Gli piacciono questo genere di scherzi".
"Comandante? Che razza di scherzo è questo ora, Sergente Maggiore?” disse Lightning mettendo enfasi sulla parola “Sergente Maggiore”. A differenza di quando si era appena arruolata, Lightning era ora diventata brava ad ignorare le sue battute. Certo, a volte era necessario controbattere.
"Beh, sei la nostra leader d’assalto, no?"
Quando diceva cose del genere non c’era davvero nulla che lei potesse dire, quindi sospirò, e decise di ignorarlo.
"E questo chi è?"
Guardò in direzione dell’uomo al suo fianco.
Non importava da dove lo si guardasse: sia da lontano che da vicino il suo aspetto era sempre lo stesso e sapeva di “cattive notizie”.
"Sono del Nora, Sergente."
Un giovane soldato si intromise nella conversazione.
"Ne hai mai sentito parlare?"
“No, ancora il Nora no!” pensò Lightning, quasi mostrando la sua irritazione. “Ho appena finito di togliermeli dalla testa ed ecco che ritornano!”
“Un gruppo di vigilanti, composto da alcuni giovani della città" aggiunse il giovane soldato che aveva evidentemente preso il silenzio Lightning come una mancanza di conoscenza da parte sua.
Amoda aggiunse:
"Il loro capo è qui, Snow."
Lightning provò un misto tra euforia e delusione per essere riuscita a capire senza l’aiuto di nessuno che proprio lui era il leader.
"Ehi!"
Il suo saluto informale la rese ancora più irritata.
“Non può essere un po' più educato?” pensò.
"Questa è la nostra leader d’assalto. Può anche essere giovane...ma è veramente brava”.
Come prova, Amoda toccò il manico della spada di Lightning con la punta delle dita.
"Questa è la spada che ha ottenuto di recente. Una Blaze Edge... voi, ragazzi, non potete veramente comprendere ma se un qualunque soldato la vedesse... beh, capirebbe cosa voglio intendere”.
"Sergente Maggiore, non parliamo di... "
Lightning sapeva ciò che stava per dire dopo, quindi cercò di fermarlo, ma Amoda la ignorò e continuò.
"Questa è una spada che viene data solo ai migliori soldati. Quello che sto dicendo è che quelli che hanno questa spada hanno abilità sorprendenti. Curioso, no?
"Ora sta proprio esagerando con gli elogi” pensò Lightning.
Lei voleva fermarlo prima che iniziasse, ma non riusciva ad entrare nella conversazione.
"E la sua Blaze Edge è speciale. Ha una scritta su di essa che dice, aspetta…com’era?
Scintilla Bianca... prendi il mio nome, giusto?
Lightning si corresse nella sua mente: “Invoca il mio nome” ma non poteva dirlo ad alta voce, era troppo imbarazzante.
"Per favore, facciamola finita, ok?"
Anche se sapeva che Amoda stava in parte scherzando, lei era comunque felice di udire quelle parole dal suo superiore...ma c’è un limite a tutto! Specialmente se quel ragazzo, Snow, stava davanti a lei e fissandola diceva “Veramente?” o “E’ incredibile!”. Era davvero insopportabile!
"Va bene, va bene" rispose Amoda deluso, per poi scoppiare in una risata fragorosa.
"Ah, bene. Ecco perché la qui presente Sergente è riuscita a finire così in fretta. Voi, ragazzi, siete delusi perché non c’era molto da fare neanche questa volta, vero?
“Nah. Sai, non c’erano solo i mostri che ci avevano segnalato”.
“Veramente?”
“Si, se noi li staniamo, loro escono fuori uno dopo l’altro”.
“Va bene, sono d’accordo per stanarli, ma non create troppo disturbo!”
E poi disse:
“Certamente, certamente”, concordando appieno.
“Forze di vigilanza?!” pensò Lightning “Non farmi ridere. Sono solo un gruppo di dilettanti armati che si credono dei giustizieri...”
Voleva dire cosa pensasse di loro, ma non avrebbe cambiato nulla. Si può solo criticare quando ci si aspetta un miglioramento. Se non lo fai, vuol dire che sai che non ci sarà e sarebbe solo uno spreco di fiato.
“Voi, ragazzi, avete un sacco di energia, non è vero? Perché non vi arruolate nell'esercito?”
“Le regole e le uniformi non si adattano proprio alla nostra personalità, capisci?”
“Perché questo ragazzo continua a dire cose che fanno saltare i nervi?” pensò Lightning “Mi fa infuriare!”
Ma il Sergente Maggiore Amoda scoppiò a ridere e disse: "Attento a quello che dici!", mentre diede una pacca sulla schiena a Snow, come se fossero buoni amici.
"Bene, ora che i mostri sono stati eliminati, ce ne andiamo." Alle parole di Snow, tutti salirono sulla moto aerea.
“Ragazzi, fareste meglio a non andarvene da soli se non volete essere catturati” urlò il giovane soldato di prima. Aveva, più o meno, la loro stessa età e sembravano amici.
"Gli PSICOM non sono come noi e a loro non sfuggireste mai.”
PSICOM. Sicurezza Pubblica e informazione. Il servizio segreto all'interno dell'esercito, formato solo dai soldati d'elite. Le forze di sicurezza lavoravano a stretto contatto con la gente, così si potrebbe pensare che siano gentili e cordiali. Ma gli PSICOM non lo erano affatto! No, gli PSICOM non avrebbero mai permesso al Nora di esistere. Ma un gruppo di semplici cittadini non poteva saperlo e tutti i membri della Nora si facevano beffe delle parole gentili del giovane soldato.
"Staremo bene. Siamo più forti di qualsiasi esercito!"
Il leader sarà il leader, e membri del gruppo, i membri. Ma il giovane soldato non sembrò pensarci e disse ridendo:
“Un po' troppo presuntuosi, no?”
Lightning pensò che non erano solo privi di buon senso, ma che non capivano nemmeno cose che qualsiasi persona avrebbe compreso facilmente. Così, pensò che ignorali e dimenticarsi di loro sarebbe stata la cosa migliore da fare. Ma ...
"Aspetta." Quando si rese conto di quello che stava facendo, aveva già iniziato a seguirli e lo fermò. Doveva dire una cosa, una sola cosa.
"Il tuo nome è Snow, non è vero?"
"Sì" rispose Snow che stava preparandosi a decollare. Si voltò.
"Tu sei quello che fa la corte a mia sorella minore."
"Sorella minore?"
"Serah Farron." Non fece in tempo a finire il nome Serah che Snow disse "Ah!" e saltò fuori dalla moto, correndo verso di lei.
"Quindi sei la sorella di Serah, eh? Il vostro viso è simile, ma...sembrate così diverse…"
Snow sembrava così felice mentre Lightning si sentiva smarrita. Lui era come un bambino che aveva trovato delle caramelle.
"Serah mi aveva detto che sua sorella era un soldato. Quando ci siamo incontrati, ho pensato che forse poteva trattarsi di te…e sei davvero sua sorella!"
Snow disse il suo nome così familiarmente che Lightning ritrovò l'irritazione che aveva provato in precedenza. Si stava apprestandosi a gridare contro di lui, quando Snow tirò fuori la mano destra.
"Piacere di conoscerti! Sono Snow Villiers."
La sua mano era enorme. Lei pensò che forse i guanti di pelle che indossava gliela facevano più grossa.
“No, non poteva essere: stringere la mano con i guanti indosso… che maleducazione!”
“Non voglio che tu abbia a che fare con mia sorella” disse ignorato la sua mano tesa. Non aveva voglia di essere amichevole con lui.
“Perché?”
Gli occhi di Snow scivolarono dalle sue dita tese al viso di Lightning, per poi ritornare a fissare la mano. Probabilmente non aveva capito cosa intendeva Lightning.
“Ho detto che non voglio che tu abbia a che fare con mia sorella!” Snow tirò indietro la mano. Aveva finalmente capito che era stato rifiutato. Anche così, egli non si arrese e disse esitante:
“E...se lo facessi?”
“Non ho bisogno di rispondergli, ho detto quello che dovevo di dire” pensò Lightning. Tentò di dargli le spalle ma qualcosa le colpì le dita dei piedi.
Una noce di cocco. Era un tipo caratteristico delle palme di Bodhum e se dicevi "palma", qui, la gente pensava automaticamente a quella pianta. Cresceva rapidamente e le sue foglie grandi e larghe erano apprezzate dalle persone che camminavano sulla spiaggia. Ma a differenza delle noci di cocco normali quelle non si potevano mangiare. Erano enormi e non importava come le cucinassi: non si potevano digerire.
“Proprio Come quest'uomo” pensò Lightning.
"Quindi, se lo facessi? Dai…che succederebbe?”
Lei mise il piede sul cocco.
"Non lo fare!". Lentamente si scrocchiò le dita. Non era quello il modo in cui pensava di liberarsi dell'uomo che inseguiva sua sorella, ma semplicemente non poteva farne a meno. Ma il piede che aveva sulla noce scivolò. Snow colpì il cocco in modo da farlo volteggiare in aria e, dopo avergli fatto formare un arco, finì nella sua mano. Era come un bambino bravo a colpire la palla.
"Mi dispiace, ma anche se mi prendi a pugni, non funzionerà."
Come?! Voleva dire che il pugno di una donna non è abbastanza forte, o semplicemente che non voleva darle retta? Forse entrambe le cose.
"...Perché ho la testa dura!" Sorrise mentre lo diceva, rendendo Lightning ancora più arrabbiata. Lei gli diede le spalle e si allontanò.
“Non mi piace” pensò “Reclutare dei bambini e atteggiarsi come loro capo, incoraggiando i deboli ... che uomo orribile. Perché Serah lo trova interessante? Forse lei lo trovava solo interessante e questo, in realtà, non significa che anche gli piacesse . Sì, sicuramente era così.”
"Sergente Farron, lo conosci?" domandò, ansioso, il giovane soldato.
Nessuno poteva aver sentito cosa si erano detti ma, probabilmente, li avevano visti litigare.
"No, non proprio." Lei non lo conosceva e non aveva intenzione di avere più niente a che fare con lui. Né lei, né Serah.
"Me ne vado." Lightning si sistemò i capelli indietro e si allontanò.

Edited by tommoilsommo - 31/1/2011, 16:19
 
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supermarcoXD
icon2  view post Posted on 14/2/2011, 19:17




Ei a me interessa molto :) se potresti continuare l'impresa mi farebbe molto piacere :D
 
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1 replies since 30/1/2011, 20:53   56 views
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